venerdì 19 aprile 2019

Artsteady al Napoli Comicon 2019 (aggiornamento)

Vi aggiorniamo sulla nostra presenza al COMICON. Ci troverete per tutti e quattro giorni di fiera (dal 25 al 28 Aprile) presso lo stand 1S02, Area Fumetto.
Vi ricordiamo che anche quest'anno ci saranno diverse novità e alcuni graditi ritorni:
Presenteremo Casa Mango e l'artbook di Falling in the Blue. Il primo è un fumetto ironico creato dagli autori Andrea Errico Art e Ruben Curto e prodotto dalla CartaStraccia - Free Press -. Il secondo un Artbook realizzato da Simone Ferriero. All'interno troverete la presentazione in 8 pagine di quello che sarà il vero e proprio albo a fumetti scritto da Daniele Giampaoloe disegnato dallo stesso Simone Ferriero.
Sempre ad opera della CartaStraccia - Free Press - troverete la ristampa di 47 Deadman Talking in versione White Cover, gli autori saranno presenti allo stand per firmare e personalizzare gli albi acquistati.
In accordo con la Dayjob Studio ci occuperemo anche della vendita dei prodotti realizzati in collaborazione con questo studio. Allo stand potrete trovare Hotline Miami Wildlife e Treasure Chest a cui gli autori Errico e Curto hanno partecipato.
Infine siamo lieti di informarvi che avremo come ospite allo stand il bravissimo Fabio Valentini con le sue produzioni.
Non mancate!!!


mercoledì 6 marzo 2019

Torniamo al Napoli Comicon 2019!

Siamo felici di annunciare che Artsteady tornerà, dopo un anno di assenza, al Napoli COMICON​. Per l'occasione abbiamo deciso di dare una svecchiata al logo realizzandone uno completamente nuovo ma che mantiene alcuni aspetti concettuali con il precedente (che fu realizzato dal bravissimo Mario Mave Donisi​). Il team è composto per buona parte da nuovi membri così come i progetti che saranno completamente inediti. Seguite la pagina ufficiale per avere tutti gli aggiornamenti in merito! . Avremo modo anche di ospitare delle guest tra cui Dayjob Studio​ di cui venderemo gli albi Hotline Miami​ Wildlife e Treasure Chest. Nei giorni a venire caricheremo anteprime e sneek peek dei progetti futuri. Cheers! Andrea Errico (founder)



domenica 10 aprile 2016

Artsteady al Napoli Comicon + 47DMT#5 Anteprima

Forse gia lo sapevate ma nel caso ve lo foste dimenticati, saremo presenti al Napoli Comicon 2016, presso la Mostra d'Oltremare Official dal 22 al 25 Aprile - Stand E19. 

Quest'anno ospiteremo anche Dayjob Studio e ManFont che condivideranno con noi un mega-tavolo da 8 Metri!!! 
Ci sarà tanta roba, quindi non mancate!

A proposito di tanta roba, si chiude con questa fiera la mini-serie di 47 - Dead Man Talking e potrete acquistare il numero 5. Volete leggerne un'anteprima, visitate il link in basso: http://xavor85.deviantart.com/art/47-Deadman-Talking-5-Preview-600829223

Se volete ordinare l'albo potrete farlo qui: http://artsteady.blogspot.it/p/pre-ordina-47-deadman-talking-5.html





ACQUISTATE IL FUMETTO QUI: artsteady.blogspot.it/p/pre-or…
disegni di Vincenzo "Viska" Federici Colori di Ruben Curto
disegni di Vincenzo “Viska” Federici
Colori di Ruben Curto
disegni di Andrea Errico Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico
Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico
Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico
Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico
Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico
Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico
Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico
Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico Colori di Ylenia Di Napoli
disegni di Andrea Errico
Colori di Ylenia Di Napoli
ACQUISTATE IL FUMETTO QUI: artsteady.blogspot.it/p/pre-or…
3 anni fa ho creato una mini-serie a fumetti assieme ai miei colleghi di Artsteady artsteady.blogspot.it/
a tre anni di distanza la miniserie è ormai giunta alla fine e il quinto albo (sesto se contiamo il numero 0) è ora pronto. Per celebrare questo evento ho deciso di realizzare un’anteprima in pdf che mostra la sequenza di introduzione. Le pagine sono interamente scritte e disegnate da me e colorate da:iconyleniadn86:
La cover invece è di Vincenzo “Viska” Federici:iconviskaman:, creatore di una nuovisimma serie a fumetti intitolata Kabuki. Potete trovare il suo lavoro qui: www.facebook.com/kabukivincenz…
Non posso che augurarvi buona lettura.
Se l’albo vi piace potete supportarmi e supportare Artsteady pre-acquistando l’albo sul nostro blog: artsteady.blogspot.it/p/pre-or…
Vi invieremo da subito una copia digitale del fumetto e avrete diritto ad altri vantaggi esclusivi! Vi spediremo l’albo appena stampato (e auspicabilmente prima della pubblicazione in fiera).
Vi ricordo in più che l’albo sarà presentato ufficialmente al Napoli Comicon 2016, presso la Mostra D’Oltremare, dal 22 al 25 Aprile! Non mancate!!!

martedì 15 marzo 2016

A.R.
Artsteady reviews

FILASTIN: L'ARTE DEL VIGNETTISTA PALESTINESE NAJI AL-ALI


Naji Al-Ali muore il 29 agosto 1987, dopo 5 settimane di coma, giustiziato con un colpo di silenziatore da un sicario ancora ignoto, davanti agli uffici di Al-Qabas International a Londra.
Se ne va così una delle migliori matite che che il mondo arabo abbia visto. “Non ci hanno nemmeno provato”, commenta un mio amico in questi giorni. Non ci hanno nemmeno provato ad inscenare un incidente, a giocarsi la carta del pazzo mitomane: Naji Al-Ali subisce una spudorata esecuzione.
Chi era quel vignettista che diventato così ingombrante da meritarsi un trattamento da pluriricercato dai servizi segreti di mezzo mondo?

“Filastin: l'arte del vignettista palestinese Naji Al-Ali”, edito da Eris, è una raccolta di vignette e testimonianze che ci guidano in un viaggio attraverso l'immaginario fumettistico dell'autore, che si immerge e si confonde indissolubilmente con la storia delle comunità resistenti contro l'espansionismo sionista dello stato israeliano. Ci hanno abituato ad ascrivere questi fatti sotto il nome di “conflitto israelo-palestinese”, locuzione alla quale sono profondamente allergico: con queste parole si sottintende uno scontro alla pari ed una collocazione geografica precisa, una guerra tra due eserciti, uno scenario lontanissimo dalla realtà dei fatti, come si evince facilmente dalla lettura del volume.
Ed è forse proprio questa la grandezza dell'opera di Naji Al-Ali, una lettura lirica che restituisce gli avvenimenti della Storia alla loro dimensione più umana, che è quella di uno stato che occupa, colonizza, si espande sulla pelle di un popolo che coraggiosamente resiste. Tramite la sua matita, la Palestina travalica i confini geografici, come ebbe modo di dichiarare egli stesso ad al-Hassna'Assahira nel '75: “Non disegno per conto di qualcuno, disegno solo per la Palestina, che per me si estende dall'Oceano Atlantico fino al Golfo”. Certamente, avessimo avuto la fortuna di averlo ancora in vita, ad oggi avrebbe parlato di confini ancor più vasti.

“Io sono Handala, vengo dal Campo Profughi di Ain-Hilwe e giuro che rimarrò fedele alla mia causa e al mio popolo”.
Quando Al-Ali diventa profugo a soli undici anni, è costretto a lasciarsi dietro una casa, una vita. Quando anni dopo si ritroverà tra le mani una matita, da quella vita spezzata nascerà Handala. Handala è un bambino, un profugo scalzo che osserva il dolore del suo popolo, i soprusi che è costretto a subire, i giochi di potere che si sviluppano sui suoi territori e contro le loro vite, i coraggiosi tentativi di sovvertire quello che, col tempo e col tacito (interessato) assenso della comunità internazionale, è diventato l'ordine delle cose. Handala è spesso in primo piano, sempre di spalle, e costringe il lettore ad assumere una posizione rispetto alla sua presenza: restare dietro di lui, avulsi dalla scena, o prendere posto accanto a lui, insieme a quelle donne, quegli uomini, quegli Handala di ogni età. Da quella posizione, non si può che essere tutti fedayin.
Handala ha finito con l'essere sintesi e firma dell'opera del fumettista di Asciagiara e, di più, assurge a simbolo di quella stessa resistenza di cui è testimone: solo quando la Palestina sarà finalmente libera, Handala si volterà e dedicherà il suo sorriso a chi, negli anni, non gli è stato indifferente.

In un periodo in cui il reportage a fumetti ha guadagnato nuova linfa, in Italia soprattutto grazie all'opera di Zerocalcare, le vignette di Naji Al-Ali rappresentano punto di rottura ancora attuale, facendo leva sull'aspetto più poetico e simbolico del linguaggio fumettistico. Per questo motivo, per i lettori che non sono addentro alle vicende politiche e culturali del medio oriente, la raccolta rischia di acquisire una connotazione ermetica che non le è propria. I simboli a cui fa riferimento l'autore, infatti, fanno parte del patrimonio culturale di qualsiasi cittadino arabo e dell'immaginario collettivo della Resistenza. Ne è un esempio lampante l'uso della chiave come metafora del ricongiungimento con la propria terra, che fa riferimento alla consuetudine dei profughi palestinesi di conservare la chiave della casa che sono stati costretti a lasciare. L'utilizzo di questo linguaggio, fatto di elementi immediatamente codificati, costruisce un ponte diretto tra l'autore e il lettore, un rapporto tra pari nel quale il pubblico può riporre fiducia.

Il tratto di Al-Ali è un tratto complesso, drammatico, che subisce una evoluzione dinamica vignetta dopo vignetta, figlia dell'incontro tra l'emotività dell'autore stesso e la rappresentazione delle tematiche. Si alternano quindi tratteggi e chiaroscuri, mezze tinte e neri tagliati con l'accetta, contorni nitidi e stilizzati e dettagli quasi vibranti. Ciascuna delle tecniche scelte è evocativa di una sensazione, di una emozione che viene veicolata con una schiettezza disarmante.

Non voglio entrare nel merito di una singola vignetta nella speranza che chi mi legge decida di acquistare la raccolta e vivere il viaggio che io ho vissuto. Sebbene si possano trovare, pagina dopo pagina, vignette distanti temporalmente anche tre o quattro anni (epoche storiche, per le vicende palestinesi), il volume è infatti costruito per avere un valore intrinseco che vada oltre la mera successione, a dare un senso complessivo alla lettura. Un'esperienza che si conclude giustamente con uno sguardo al presente, all'eredità che Naji Al-Ali ha lasciato ad una generazione di artisti, fumettisti, street-artist che, nei campi profughi in cui tutto è cominciato, danno seguito alla sua promessa ed alla storia di Handala. L'intifada continua.


Venerdì 18 alle 19:00, giusto qualche civico più su e qualche ora dopo l'incontro che vedrà il team di Artsteady al completo presso Alastor Napoli, sarò a Mezzocannone 12 Occupato per discutere di "Filastin: l'arte dei resistenza del vignettista palestinese Naji Al-Ali" assieme ai compagni del Comitato di Solidarietà per il Popolo Palestinese di Torino Sami Hallac e Ahmed Rahyisalmina (e spero molti di voi).


Il ricavato delle vendite sarà devoluto ad Addameer Prisoner Support and Human Rights Association.  

martedì 8 marzo 2016

A.I.
Artsteady intervista

PASQUALE QUALANO



Grande amico, splendida persona, attento padre di famiglia, Pasquale Qualano orbita da sempre intorno ad Artsteady come "padrino" spirituale del nostro collettivo. 
Sue sono le cover del numero 1 di "47 - Deadman Talking" e del numero 1,5 de "La commedia (sexy all'italiana)" e da poco è approdato sulle pagine della DC.
Ci è sembrato giusto intervistarlo per cercare di scoprire i segreti di questo prolifico e bravissimo autore (amico).

Ciao Pasquale. Ormai possiamo dire che tu sia un autore affermato, arrivare alla DC per lavorare prima sulle pagine di “Harley Queen Road Trip” e poi su “Batman 66”. Ma sappiamo che tu nasci come scultore. Quando hai deciso che il fumetto doveva essere la tua strada?
Pasquale: Salve a tutti!
In realtà ho sempre disegnato sin da bimbo, guardavo le serie animate dei primi anime in italia, gli indimenticabili robottoni di Go Nagai, Tatsunoko, e tutto ciò che nasceva dalla matita del maestro Alex Toth.
L’esperienza  nella scultura lavorando presso la bottega d’arte di mio zio ha fatto si che io mi avvicinassi all'arte sacra napoletana. Ma il disegno mi ha sempre accompagnato anche mentre ero al lavoro in bottega, ho avuto piccole esperienze nel campo del fumetto.
Posso dire che non vi è un momento  preciso in cui ho deciso di intraprendere la strada del fumetto. In realtà l'ho sempre amato come mestiere ed ho sempre amato il disegno.

Quello che stimo di te è la tua capacità di reinventarti ogni volta che lavori ad un progetto nuovo. Non è una cosa facile, molti autori, anche nel panorama internazionale rimangono legati allo stile che li ha portati sulla vetta. Cosa ti spinge a questo costante cambiamento e (ovviamente) miglioramento?
Pasquale: Come si dice a Napoli mi piace “sbariare”.
Ho sempre sperimentato e mi piace provare nuovi stili, ma è qualcosa di innato. Fortunatamente i  miei cambiamenti di stile sono graduali e tramite i social riesco a percepire velocemente la risposta di chi mi segue.
Tra un progetto e l’altro cerco di adattare lo stile giusto su cui lavoro. Come su Batman ’66 ho cercato di rimanere in tema con la serie dando una sorta di stile vintage con upgrade più moderno e attuale.


Molti autori si lamentano che i tempi del mercato americano sono estremamente proibitivi. Volumi completi in meno di un mese, obbligando il disegnatore a tour de force sfiancanti che spesso limitano la qualità del lavoro.
Sappiamo che non lavori soltanto ai fumetti, ma prepari commission e spesso sei in giro. Il dubbio viene quindi: come fai a mantenere una qualità così alta? Come organizzi la tua giornata di lavoro?
Pasquale: La risposta è semplice e banale. Ho famiglia, una bimba che ormai ha 11 anni. Da sempre la accompagno a scuola. Questo piccolo impegno fa si che io mi svegli presto al mattino e dalle 8:30 sono già a lavoro, ed ho gran parte della giornata per concludere ciò che mi sono prefissato.
Di solito mi preparo una scheda di lavoro e faccio il possibile per rispettarla.
Cerco di essere O’ Mast (il capo) di me stesso, mi do delle regole da rispettare.

Il tuo percorso è un percorso di tutto rispetto. Sei partito da case editrici minori sino ad arrivare alla DC: quali sono i consigli che daresti ad un esordiente per seguire il tuo cammino?
Pasquale: Non so se il mio cammino sia quello giusto e credo che sia diverso per ogni autore.
Prima di tutto bisogna amare questo settore alla follia.
Ogni disegnatore è sempre stato ed è un lettore di fumetti.
La passione, il forte impegno e la dedizione può portare ad ottimi risultati, come in ogni mestiere.
Come dico ai miei allievi  della scuola Comix Ars di Salerno “disegnate finché non vi esce il sangue dalle dita!” può sembrare crudele e faticoso  ma è così. Impegno, dedizione, amore per il fumetto, confronto con altri, di certo porterà ad una crescita.
Andare alle convention, fare portfolio review con gli editori, chiedere consigli ai professionisti, non abbattersi difronte alle critiche, ma percepirli come consigli per migliorare, perché statene certi c’è sempre da migliorare!
 Ogni lavoro è migliore del precedente, questo vale per gli esordienti ed i professionisti più navigati.

Ultima domanda, quella un po' cattiva. Nel tuo lunghissimo curriculum manca il mercato italiano, come mai non ti sei mai approcciato al mercato nazionale?
Pasquale: In realtà per il mercato italiano ho lavorato per qualche anno al GG Studio, una gran bella esperienza che mi ha fatto crescere molto. Per loro ho disegnato un fantasy “The One” edito anche negli Stati Uniti.
Da poco ho iniziato una collaborazione con Edizione Inchiostro,  ho realizzato la cover di Black Death, mentre nei giorni scorsi la Noise Press ha appena annunciato la mia collaborazione con loro come copertinista.
Per ora non posso dirvi di più !
Per le novità basta seguire la mia fanpage oppure il mio profilo
Grazie mille per l’ Intervista! 

sabato 5 marzo 2016

Artsteady al Napoli COMICON 2016!



Sì, lo sappiamo, è un annuncio al quale vi siete ormai abituati... ed è per questo che quest'anno facciamo le cose ancora più in grande!
8 metri lineari di stand (perché le dimensioni contano, eccome!) che condivideremo con gli amici e colleghi di ManFont Comics (http://www.manfont.org/) e Dayjob Studio (http://www.dayjobstudio.net/it/) che presenteranno i rispettivi progetti.

Inoltre, in super esclusiva, troverete 47 Dead Man Talking #5, l'ULTIMO numero dell'unica serie zombie parlata in napoletano, serie inaugurata al Napoli Comicon di 3 anni fa e che si chiuderà proprio lì dove è nata.

Ah, e Storie 'e merd #3, La Commedia (sexy all'italiana), Demon's Daugther e tutte le nostre pubblicazioni vecchie e nuove.


Mi raccomando non mancate! 



Facebook: https://www.facebook.com/ManFontComics

Facebook: https://www.facebook.com/dayjobstudio

martedì 1 marzo 2016


A.R.
Artsteady reviews

1914 IO MI RIFIUTO


Quello di oggi è un volume un po' vecchiotto. Pubblicato dalla Hazard Edizioni circa un anno fa, però si è aggiunto alla mia libreria solo pochi giorni fa grazie ad un caro amico che me ne ha fatto dono, e sfogliando quelle pagine così delicatamente illustrate mi sono reso conto quanto questo fumetto avesse il bisogno di essere aggiunto alla mia collezione.
Sto parlando di “1914 – Io mi rifiuto” scritto e magnificamente illustrato da Paolo Cossi (già famoso per la biografia illustrata di Hugo Pratt: “Un gentiluomo di fortuna” edita dalla stessa Hazard) e pubblicato in occasione de “Il Fronte al fronte”, un progetto pluriennale promosso e ideato dalla Pro Loco Prade Cicona Zortea e finanziato dall’assessorato della cultura della provincia autonoma di Trento. Progetto multidisciplinare che comprende non solo una mostra ma ancheil documentario di Lucia Zanettin, questo graphic novel e una performance teatrale con Jean Caberlotto alla chitarra e lo stesso Cossi ai disegni “in diretta”. Il tutto per ricordare i cento anni del primo grande conflitto, altresì chiamato “La grande guerra”.

Il caporale francese Jules-Andrè Peugeot è la prima vittima di una guerra tremenda.
All'inizio della guerra, nel 1914, migliaia di trentini (molti provenienti proprio dalla valle Primiero-Vanoi) vengono arruolati nell’esercito Austriaco per combattere contro l'esercito Russi. L'anno successivo questi stessi trentini sono costretti sul fronte opposto all'Italia, il loro paese d'origine e a cui sono maggiormente legati, mentre i loro luoghi natii sono diventati terra di nessuno, luogo di passaggio di militari italiani, popolati ormai solo da donne e bambini.
Con la disgregazione dell’esercito russo a causa della Rivoluzione d'Ottobre e le truppe austro-ungariche possono concentrarsi sul fronte occidentale: fra il 24 e il 26 ottobre 1917 si sviluppa la carneficina di Caporetto.
La guerra finisce alle undici del mattino del’11 novembre 1918, ma fino a due minuti prima si combatte, si spara, si va all’assalto, si muore.
Il soldato canadese George Lawrence Prince è l'ultima vittima di questa guerra. Viene colpito a morte alle 10.58.

Il graphic novel di Paolo Cossi inizia con una visita all’Anti-Kriegs Museum, il museo contro le guerre fondato a Berlino nel 1924 da Ernst Friedrich, a cui questo libro è un sentito omaggio. E' il 1932, Nicolaj visita il museo e tra i volti sfigurati dei soldati feriti in guerra riconosce un suo commilitone incontrato sul fronte galiziano, Franz Damman.
Tramite i suoi disegni di “cose sperate” e le lettere alla moglie, Franz descrive il dramma, profondo che ha investito il suo paese: la Caoria durante la guerra è diventata “terra di nessuno” tra le linee nemiche e i suoi abitanti sono stati deportati nei campi profughi di Mitterndorf, in Austria, e Manduria, in Italia.
Un volume da avere per poter conoscere ed approfondire quella storia che troppo spesso rischia di essere dimenticata. Per la guerra non la combattono gli eserciti, ma i singoli uomini.