lunedì 29 dicembre 2014

Giovanni Di Meglio: come riconoscerlo ed evitarlo

Di recente nella pagina di 47 - Dead Man Talking abbiamo caricato un nuovo capitolo della nostra Webseries (che potrete seguire qui: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.561755967251509.1073741845.439472922813148&type=3) 
intitolato: 25 - O' Natale. 
Questo capitolo oltre ad essere il nostro regalo Natalizio per i nostri fan, presenta al nostro pubblico due new entry in Artsteady. Il disegnatore Lorenzo Sabia (https://www.facebook.com/artoflorenzosabia) e Giovanni di Meglio , sceneggiatore della storia. Giovanni non si è occupato solo di questo progetto, ha "complottato nell'ombra" affinchè 47DMT#2 potesse essere completato e pubblicato, ha aiutato a gestire il gruppo artistico, coordinato le deadline, e svolto un ruolo da vero editor, un ruolo non visibile al pubblico, ma fondamentale.
Dunque chi è Giovanni? Andiamolo a scoprire attraverso le sue stesse (ironiche) parole.

Il 4 agosto 1989 viene rinvenuto ,sotto un cavolo nero nei pressi di Massa di Somma, un abominio metà cartoni animati degli anni '90 e metà turbe psichiche. Una giovane coppia decide di allevarlo come proprio figlio, col nome di (e qui lasciamo la digressione ai sempre in bolletta sviluppatori di wikipedia) Giovanni Di Meglio. Il Piccolo cresce rapidamente in larghezza nutrendosi di Benni, Calvino e Bukowsky, rigurgitando di tanto in tanto brevi racconti nel suo comodino.
Intorno ai quattordici anni si accosta al mondo dei comics: è un evento disgraziato e folgorante. Comincia così a cercare qualcuno in grado di sopperire alle sue (evidenti) difficoltà col disegno trovando in Lorenzo Sabia il perfetto compagno di giochi, con il quale pubblica sull'inserto a fumetti del giornale d'istituto del Liceo Vittorio Emanuele II una storia di sole due pagine incentrata sulla fredda cronaca del suicidio di un ragazzo. È l'inizio della fine.
Ottenuta la Maturità Classica nel 2008, fonda la rivista a fumetti “Malefico”, insieme a Lorenzo Sabia e Gianmarco de Chiara. Sulle pagine di Malefico pubblica sei episodi della serie “Johnny la Mente”, la rubrica “Soluzioni estreme per problemi quotidiani” e svariate altre storie brevi, oltre ad articoli riguardanti la storia del fumetto americano ed interviste a fumettisti come Simone Lucciola e Simone Bianchi. Durante i tre anni di vita di Malefico, inoltre, fa esperienza del mondo dell'editoria e delle autoproduzioni, curando da vicino la comunicazione, le collaborazioni, la produzione, la stampa e la vendita della rivista. Insomma, la colpa è anche un po' nostra che in quei tre anni non gli abbiamo detto nulla.
Alla chiusura di Malefico segue una pausa dal mondo delle edizioni a fumetti, durante la quale si laurea in Fisica presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. E qui niente da dire, se non che le responsabilità vanno ripartite in egual misura.
Nel mese di luglio 2014 ci casca pure la Artsteady, che lo carica a bordo come sceneggiatore - assistente alle edizioni – factotum tappabuchi – cacciuttiello di redazione. Stavolta la colpa se la prende tutta Davide Tinto, che aveva già collaborato col mostro ai tempi di Malefico e non ha detto niente a nessuno.
E quindi il fatto è questo: dite no all'omertà, dite si a Valsoia.


Ndr: Oh, pare che dovessi scrivere una biografia, ma ormai già ho scritto 'sta roba. Facciamo così: se facciamo finta che ho scritto una cosa seria e siamo in tanti la gente alla fine ci crede pure. Mi raccomando, omertà.

Nessun commento:

Posta un commento